lunedì 3 settembre 2018

Il cibo come piacevole necessità


“La ricerca del cibo rappresenta la più ancestrale spinta vitale (…). Mangiamo per soddisfare un impulso: il piacere è la ricompensa e la sazietà induce la gratificazione del soddisfacimento del desiderio. Ecco che mangiare diventa una piacevole necessità.”1 O così dovrebbe essere.

Per preservare lo stato di salute o per inseguire una precisa immagine corporea, spesso vengono evitati alcuni alimenti, si limita il consumo di altri, arrivando a sospendere il piacere legato al mangiare, mettendo alla prova quotidianamente e spingendo spesso al limite il proprio autocontrollo.

Ma bisogna fare attenzione ed evitare che il corpo diventi il campo di battaglia di un conflitto tra il piacere procurato appunto dal cibo e la necessità di controllo.

"Se la ricerca del cibo è una spinta vitale arcaica, con forte valenza emotiva, un impulso elementare per la sopravvivenza dell'individuo, (...) la privazione del cibo anche volontariamente accettata, viene vissuta dal sistema emozionale come una minaccia all'integrità biologica. L'eclissi del controllo volontario del senso di fame, imposto dalla dieta, viene a configurarsi, in questo senso, come una strategia di sopravvivenza in risposta a una minaccia. Il fallimento dell'approccio dietetico restrittivo ha portato il mondo medico e scientifico a rimettere in discussione le proprie posizioni, spostando l'attenzione da un semplice controllo dell'apporto nutrizionale basato sul calcolo matematico dell'introito calorico, agli stili di vita, implicando una considerazione degli aspetti psico-emozionali."2


Inoltre a livello fisiologico se si riduce l'apporto di cibo in maniera troppo restrittiva e repentina, i consumi energetici tendono ad adattarsi riducendosi al minimo. In pratica il corpo per sopravvivenza consuma poco perchè riceve poco cibo e tende a rilasciare con fatica le rassicuranti riserve adipose.


Ecco perchè è così difficile imporsi di stare a dieta semplicemente dicendosi 'da domani mangio poco' e perchè è così importante accompagnare l'organismo progressivamente e in maniera calibrata verso un apporto calorico adeguato.


Per ritrovare equilibrio e salute è molto più realistico ed efficace affidarsi ad un lavoro integrato su corpo e mente, cercando un sostenibile equilibrio tra piacere e ricerca del benessere, una vera e propria rieducazione alimentare che deve coinvolgere l’individuo nella sua totalità.

Sicuramente è importante prendere confidenza con dei ritmi alimentari regolari, distinguere gli alimenti più salutari e riconoscere le porzioni adeguate per il proprio metabolismo. Ma non bisogna dimenticare di vivere al meglio il momento del pasto affinchè non venga messa alla prova l’esperienza piacevole che ricerchiamo istintivamente davanti alla tavola.


E’ bene quindi trovare il tempo per creare un rito gradevole e rassicurante: dalla scelta degli alimenti alla preparazione del pasto, facendo di ogni esperienza nutritiva un’esperienza sensoriale significativa. Valorizzare la semplicità e la frugalità non deve essere sinonimo di imposizione e di frustrazione. La chiave di una buona dieta è che sia un programma personalizzato, che si possa mantenere nel tempo ritrovando il significato di una piacevole necessità.


1,2 Le mani in pasta. Laura Della Ragione e Paola Antonelli



Laura Sciacca, Biologa Nutrizionista

www.laurasciaccanutrizionista.it