giovedì 23 gennaio 2020

Postbiotici...nuove evidenze scientifiche




Ormai quasi tutti hanno ben presente cosa siano i probiotici, cioè ceppi batterici che possono colonizzare il nostro intestino e, integrandosi con il resto del microbiota, riescono ad apportare benefici alla fisiologia dell'organo stesso. I prebiotici invece sono le sostanze (es. inulina e frutto-oligosaccaridi) che rappresentano il nutrimento per far crescere in maniera opportuna i probiotici. Quindi spesso gli integratori in commercio abbinano i probiotici a sostanze come FOS (frutto-oligosaccaridi o GOS (galatto-oligosaccaridi), in alternativa o comunque a supporto di una buona crescita batterica, è bene cercare queste sostanze negli alimenti. In particolare le fibre alimentari idrosolubili sono le più vantaggiose per rafforzare il microbiota. GOS, FOS e Inulina sono presenti  in natura in frutta, verdura e legumi. Alcuni alimenti particolarmente ricchi sono: miele, banane, carciofi, asparagi, fagioli, frumento, cipolle, porri, topinambur, e cicoria. 
Sempre più spesso la ricerca e gli studi hanno focalizzato l'attenzione anche sui postbiotici, cioè i prodotti metabolici dei batteri. Infatti quando nell'intestino i probiotici fermentano danno origine a vitamine, zuccheri, proteine e acidi grassi. Il prodotto di questa fermentazione varia molto da persona a persona ma sappiamo che queste sostanze possono influire sulle funzionalità dei tessuti dell’organismo sostenendo e migliorando l'effetto benefico dei probiotici stessi. Alcuni esempi di postbiotici sono: acido lipoteicoico, peptidoglicani, acido lattico, diacetile, acido acetico.
I principali batteri che si sono dimostrati capaci di attività postbiotica sono alcuni Bifidobacteri, alcuni Lactobacilli, Escherichia Coli, Faecalibacterium Prausnitzii e Bacteroides Fragilis.
In particolare i prodotti di questi batteri sembra che svolgano azione antiinfiammatoria sulla mucosa intestinale, quindi proprio questi ceppi sono spesso utilizzati nei protocolli per recupero di disbiosi intestinale o in caso di patologie infiammatorie.

Un altro aspetto molto interessante è che i postbiotici hanno rivelato un'importante specificità di azione sul microbiota ma anche un'elevata capacità di interazione con le cellule e altri organi dell'ospite (l'uomo). Recenti studi hanno dimostrato che per essere efficaci i postbiotici possono essere somministrati per via orale (integratori o alimenti funzionali) ma anche in forma topica (trattamenti superficiali). In particolare è stata evidenziata la loro capacità di colonizzare la pelle, di essere assorbiti e distribuiti nel tessuto. Quindi il loro utilizzo sembra rappresentare una nuova frontiera anche in ambito dermatologico, per intervenire per esempio in casi di eczema atopico, dermatite atopica, invecchiamento cutaneo.
Al momento non sono ancora disponibili i postbiotici isolati come integratori ma rappresentano già la prossima frontiera degli alimenti funzionali.


- I probiotici. Principi e uso nella pratica medica. Luciano Lozio
- Postbiotics anda paraprobiotics: the new frontier of the microbiome in dermatology. Rinaldi F., Pinto D. Journal of plastic and pathology dermatology. Vol.15 n.4 2019. 
- Alla scoperta del microbioma umano. Piccini Fabio