lunedì 26 settembre 2016

Intolleranze alimentari e allergie





Secondo la Società Statunitense di Allergologia e Accademia Europea Di Allergologia e Immunologia Clinica le reazioni avverse ai cibi si possono classificare come segue: allergie alimentari (reazioni immunologiche); intolleranze alimentari (reazioni metaboliche); intossicazioni alimentari (reazioni a sostanze tossiche).
Facciamo un po’ di chiarezza definendo le caratteristiche principali delle allergie e delle intolleranze alimentari.
Le allergie si sviluppano in seguito ad una situazione di stress del sistema immunitario e ad una risposta anticorpale incontrollata. Generalmente vengono coinvolte le immunoglobuline E (IgE) e i tempi di risposta sono immediati (reazione in pochi minuti). La risposta infiammatoria è solitamente potente e acuta, e i rischi per la salute sono immediati. Di solito la reazione non è dose-dipendente (bastano pochi gr di sostanza o un contatto fugace per scatenare la risposta immunitaria). Le intolleranze alimentari si presentano in genere in risposta ad una alterazione metabolica e sono in grado di attivare le immunoglobuline A e G (IgA e IgG) (anche se in alcuni casi sono state riconosciute anche le intolleranze non IgA o IgG mediate). La risposta infiammatoria è generalmente lenta (reazione entro 48-72 ore dall’ingestione dell’alimento) e i rischi per la salute sono a medio e lungo termine. Spesso la reazione è dose-dipendente (l’organismo tollera un certo quantitativo e superata questa soglia invia dei segnali di sofferenza).
Come orientarsi in merito ai test per indagare eventuali allergie o intolleranze? Sicuramente il primo passo è consultare un professionista che, in base alla sintomatologia e all’anamnesi familiare, potrà consigliarvi sui passi da seguire.
E’ bene comunque sapere che i principali test per rilevare eventuali allergie sono i PRICK test (test cutanei preliminari), i RAST test (indagine degli anticorpi (IgE) specifici contro gli allergeni sospettati) o i PATCH test (test cutanei con utilizzo di cerotti). Di solito questi test vengono prescritti dal medico curante e, soprattutto nei soggetti a rischio, si consiglia sempre il consulto con un medico allergologo.
Invece per quanto riguarda l’indagine delle intolleranze alimentari vengono proposti diversi metodi; ecco di seguito le indagini più comuni con specificate le componenti dell’organismo che vengono analizzate in risposta al contatto con gli alimenti sospetti: KINESIOLOGIA APPLICATA (forza muscolare); DRIA (forza muscolare); ELETTROAGOPUNTURA – VEGA TEST (resistenza elettrica); BIORISONANZA (onde elettromagnetiche); TEST CITOTOSSICO (morfologia leucociti); ALCAT TEST (diametro dei globuli bianchi).
Al giorno d’oggi dal punto di vista scientifico è di particolare rilevanza la DIAGNOSI DELLE INTOLLERANZE A LIVELLO METABOLICO. Per esempio l’indagine dell’attività dell’enzima lattasi per quanto riguarda la capacità di digerire il lattosio, o l’attività dell’enzima G6PDH per quanto riguarda la metabolizzazione di fave e alcuni farmaci (favismo), o l’attività dell’enzima aldolasi B per quanto riguarda la corretta digestione del fruttosio.
Oltre ai test di laboratorio più comuni (es. Breath test per il lattosio o il dosaggio sierico di specifici enzimi), è bene sapere che la ricerca al giorno d’oggi ci offre la possibilità di analizzare il DNA. La Nutrigenetica è infatti la scienza che studia il ruolo delle caratteristiche genetiche individuali (polimorfismi genetici) nella risposta ai diversi fattori dietetici .
Il test genetico ha il grande vantaggio di non essere invasivo (quindi molto valido per effettuare screening sui bambini) e permette con certezza di determinare la predisposizione individuale a intolleranze alimentari o a carenze metaboliche, così da proporre adeguate integrazioni alimentari e ridurre in modo decisivo il rischio di patologia. Inoltre andando ad analizzare un elemento proprio del codice genetico personale dà un risultato definitivo. Negli adulti, ma ancor più nei piccoli, questo approccio non invasivo consente di regolare l’alimentazione lavorando sulla prevenzione piuttosto che sull’intervento terapeutico.


Laura Sciacca, Biologa Nutrizionista
www.laurasciaccanutrizionista.it

Nessun commento:

Posta un commento